“Due pillole al giorno di lettura prima dei pasti”Il dottore guardò la donna negli occhi: “E mi raccomando: inserisca correttamente il codice della pillola, altrimenti questo ragazzino non migliorerà”.
È l’incipit di un racconto di fantascienza che forse un giorno scriverò. Si racconta di un mondo dove la carenza di abilità di lettura è curabile, dove un medico può prescrivere la posologia delle pillole della lettura, dove gli umani sono speciali perché da qualche parte si deve inserire un codice corrispondente alla pillola affinché la cura funzioni.
Questo mondo non esiste, ma la prescrizione della lettura si, esiste, e anche la posologia.
Non è facile trasformare uno studente in un lettore, una studentessa in una lettrice appassionata. Prescrivere di leggere, commentare, riassumere un dato testo, scelto altrove e da qualcun altro è il modo meno produttivo per far nascere il desiderio di leggere.
Le statistiche parlano chiaro: i lettori tra gli 11 e i 14 anni sono in crescita, tra i 15 e i 17 anni sono in calo mentre l’editoria per ragazzi è in crescita e costante sviluppo. Trovate l’errore, potrebbe essere divertente…
Gli editori parlano ancor più chiaramente: manca una politica scolastica di promozione della lettura. Anche qui, trovate l’errore: la scuola, si sa, è un sistema che ruota intorno ai voti… (Dati ISTAT, 2016, Produzione e lettura di libri in Italia)
Numerose e censite sono le iniziative di promozione della lettura. La necessità di innalzare le competenze chiave viene richiamata nuovamente dall’Unione Europea (Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente): le competenze alfabetiche, matematiche e digitali sono le chiavi del cittadino europeo per confrontarsi con il mondo e la realtà in cui vive. Buoni risultati si possono ottenere, come si raccomanda al 3.1, promuovendo molteplici approcci e contesti di apprendimento.
Strategie nuove, dunque, per tempi nuovi. Oggi, la capacità di leggere e comprendere un testo si pone, proprio nella società tecnologicamente avanzata, come il nucleo fondante del nostro approccio al reale. Leggere e capire è una necessità, una difesa, la più straordinaria forma di libertà.
Grazie alle indicazioni di Lisa Lanzarini, impegnata sul fronte dell’innovazione e instancabile e curiosa viaggiatrice, ho scoperto la novel engineering. Si tratta di un approccio integrato design/letteratura praticato presso la TUFTS University di Boston e documentato attraverso il sito web: gli studenti (dai 6 agli 11 anni) utilizzano novelle e racconti come base per la progettazione di sfide che li aiutino a identificare problemi e soluzioni creative. Si parte dal testo e al testo si torna ogni volta che è necessario: impegnati a progettare, gli studenti e le studentesse studiano i personaggi, il contesto, inventano soluzioni, usano diversi materiali, costruiscono e programmano robot. Attraverso questa metodologia è possibile perseguire l’obiettivo di aumentare le competenze di lettura e di analisi del testo grazie ad una attività di progettazione organizzata per gruppi. Il segreto è depositato proprio nella contaminazione degli approcci: approfondire la novel engineering e le sue potenzialità, studiare la fattibilità della proposta didattica, verificare quanto questa innovazione possa realmente incidere nella formazione di lettori competenti è una sfida che vale la pena di raccogliere.