Vogliamo incoraggiare un mondo di creativi, inventori, sognatori. Perché questo mondo in cui viviamo, così interattivo, è nostro.
Canadese di nascita, libanese di origini e formazione, newyorkese di adozione, Ayah Bdeir è un crogiolo di culture, input e influenze diverse. E come spesso capita a chi ha imparato a conoscere diversi orizzonti fin da piccolo, Ayah non si può imbrigliare in un’unica definizione: imprenditrice, inventrice e artista sono solo alcune delle parole che si potrebbero usare per descrivere forse non lei ma - se non altro - quello che fa.
Nel 2016 Marie Claire l’ha nominata tra le 50 donne più influenti d’America, mentre nel 2018 è stata inserita da Forbes nella lista delle donne che stanno ricucendo il cosiddetto “Tech gap”, ovvero il divario - ancora esistente – tra presenza femminile e maschile in contesti tecnologici.
Ayah Bdeir è oggi uno dei cuori e delle menti pulsanti che hanno dato avvio al movimento dei Makers, è stata nominata tra i “25 Maker che stanno reinventando il sogno americano” ed è sostenitrice dell'Open Hardware Movement, un'iniziativa volta a garantire che la conoscenza tecnologica sia accessibile a tutti.
Per raccontarvi le menti brillanti che ci ispirano ogni giorno, vogliamo iniziare da lei.
Una vita intensa
Quando si legge la biografia di Ayah pare incredibile pensare che abbia solo 37 anni e ci si chiede come abbia fatto a fare così tanto in così poco tempo. Ma le passioni, si sa, sono spesso le più grandi ali che si possono dispiegare per volare in alto e correre incontro al proprio destino.
E Ayah di passioni ne ha davvero tante.
Ha conseguito un Master of Science al MIT Media Lab di Boston dopo la laurea in Ingegneria Informatica e Sociologia presso l'Università americana di Beirut.
Ha insegnato, giovanissima, alla NYU e alla Parsons The New School for Design e nel 2010 è stata design mentor nel reality show televisivo, Stars of Science. Nel 2012, ha ricevuto il TED Fellowship, ha pubblicato articoli accademici e ha coniato il termine "Elettronica come materiale", che è l'idea di “pensare all'elettronica come materiale che può essere combinato con altri supporti più tradizionali".
È imprenditrice da settembre del 2011, quando ha dato vita a New York a littleBits Electronics, una startup con l'obiettivo di "mettere la potenza dell'elettronica nelle mani di tutti e abbattere la complessità delle tecnologie, in modo che chiunque possa costruire, prototipare e inventare."
I sogni più grandi cominciano da piccoli
Quando viene intervistata Ayah Bdeir ringrazia spesso i suoi genitori, per aver cresciuto lei e le sue sorelle in modo molto libero, incoraggiando ognuna di loro a seguire le proprie passioni: fin da piccola Ayah amava smontare le cose, osservare i meccanismi per capire come funzionavano e questa curiosità è stata indirizzata dai suoi genitori verso lo studio di matematica, scienza e design, oltre che premiata con regali che appagassero la sua sete di conoscenza, come set di chimica e vere e proprie lezioni di coding su Commodore 64 quando aveva appena 12 anni!
I suoi genitori non credevano nelle differenze di genere, sostenevano le loro figlie a diventare ciò che più desideravano, spingendole anche ad essere donne in carriera. La stessa madre di Ayah frequentò l'università per laurearsi mentre le sue figlie andavano a scuola.
Non solo tecnica: una vita d’artista
Prima di fondare littleBits, Bdeir ha lavorato come artista interattiva. Ha esposto lavori alla galleria Peacock Visual Arts di Aberdeen, al New Museum di New York, all’Ars Electronica di Linz e al Royal College of Art di Londra.
Un Mondo che non ha confini
Di carattere, aperta e molto diretta l’inventrice e fondatrice di littleBits non le manda di certo a dire.
Nel 2017, dopo che il presidente Trump aveva firmato l’ordine esecutivo di sospensione delle ammissioni in USA di cittadini provenienti da Siria, Libia, Somalia, Iran, Iraq, Yemen e Sudan Ayah ha reagito acquistando uno spazio in un maxi schermo di Times Square per far campeggiare un annuncio luminoso in arabo e in inglese: "Inventiamo il mondo in cui vogliamo vivere”, il motto di littleBits che incarna i valori di emancipazione, creatività e speranza per il futuro che Ayah ha sempre messo nella sua azienda. Un messaggio di inclusione e apertura a tutti, caro soprattutto a lei, figlia di rifugiati da sempre in fuga.
…a cominciare dall’Italia
Ayah Bdeir nel 2017 è stata nostra ospite nel primo webinar CampuStore dedicato alla Women in STEAM oltre a visitare con noi il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della ricerca e il Dipartimento delle Pari Opportunità italiano. Ayah è infatti molto attiva e sensibile al tema della parità di genere e dell’inclusione delle ragazze nelle materie STEAM.
Neutralità di genere
E diciamo la verità: i littleBits sono così belli, logici e colorati che a guardarli bene si vede che c’è lo sguardo e la mente di una ragazza dietro la loro creazione. Ayah dice di averli inventati proprio perché fin da piccola ha osservato come la maggior parte dei giochi “intelligenti” sono spesso sviluppati per essere attraenti più per i maschi che per le femmine. Seduta tra i banchi della facoltà di ingegneria, circondata da maschi, si chiedeva se non fosse possibile che gli stereotipi, la cultura e persino i giocattoli con cui erano cresciute avesse sottratto tante ragazze alla sua facoltà. Per questo è una fervida sostenitrice della neutralità di genere nei giocattoli ed è orgogliosa del fatto che il 40% della base utenti di littleBits sia una ragazza, un risultato che è circa quattro volte superiore alla media dei tradizionali giocattoli STEAM.
Oggi celebriamo tutte le ragazze con Ayah Bdeir, perché ci spinge a inventare ogni giorno il mondo in cui vorremmo vivere.